Antonio Colombi, presidente del Movimento Lotta alla Fame nel Mondo, da poco rientrato da una missione tra Ruanda e Congo, ci racconta: «è dal 2001 che, grazie alle donazioni di alcuni importantissimi donatori, sosteniamo queste bambine e il lavoro che suor Natalina fa ogni giorno per loro, con l’affetto di una mamma premurosa. Ogni volta che vado a farle visita per toccare con mano i progressi delle bambine mi sento parte di una comunità di intenti in cui persone, aziende e famiglie, insieme, stanno realizzando un cambiamento profondo in quelle vite spezzate. Purtroppo non è mai abbastanza: ogni giorno qualcuno bussa per la prima volta alla porta di Casa Ek’Abana».
L’immagine che ti resta dentro di suor Natalina è il volto sereno e sorridente mentre accarezza una di queste ragazzine che ospita alla casa di accoglienza “Ek’abana”. Qui accoglie tutte piccole donne che un giorno si sono sentite chiamare “strega”. Chi a cinque anni, chi a dodici o anche più grande. Chi è stata picchiata, chi sbattuta fuori di casa, chi ha subito un tentativo di linciaggio.
Lo fa spesso, Natalina: si mette in disparte con qualcuna di loro, parla a lungo in un bisbiglio. Poi solleva il capo, le guarda con dolcezza e le accarezza. Ogni giorno Merveille, Ortance, Neema, Françoise, Antoinette, Alice e le altre le pongono un piccolo o grande problema. Lei risponde, ma soprattutto incoraggia, sprona, tranquillizza, rassicura. Sa che deve con tanta pazienza risanare anime lacerate...
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