Mi chiamo Antonio Colombi e sono un pericoloso criminale.
Non fatevi ingannare dal mio aspetto cordiale, dalla mia faccia simpatica o dal mio abbigliamento dimesso: sono un pericoloso criminale!
C’è voluto del tempo, qualche sacrificio e molto impegno ma oggi, finalmente, sono alla guida di una ONG in cui lavorano alcuni ragazzi che ho scelto personalmente tra decine di candidature in base alla loro attitudine a delinquere e allo spiccato senso del crimine.
Permettetemi di presentarvi velocemente i miei fidati sodali:
Tra le nostre imprese criminali più riuscite ci sono più di 20 acquedotti costruiti nelle zone rurali del Ruanda negli ultimi 27 anni a beneficio di 300.000 persone; il sostegno a distanza a 56 bambine accusate di stregoneria accolte a Casa Ek’Abana, in Congo, con la complicità di Suor Natalina Isella; acqua potabile e servizi igienici in 33 scuole delle periferie di Nairobi; un orto per l’integrazione sociale nella periferia di Lodi; un Centro di Accoglienza Straordinaria per persone migranti a Graffignana, in provincia di Lodi, e tanti altri “colpi” messi a segno abilmente.
Certo, non ho fatto tutto da solo. Ho raccolto i frutti del lavoro di altre due generazioni di presidenti (la mia organizzazione delinque da ben 55 anni!) e, al contrario dei miei predecessori, oggi posso contare su una banda di ragazzi pericolosissimi, li vedete nelle foto segnaletiche in alto.
Prima che lo scopriate da soli, ho deciso di dire tutta la verità sulle attività criminose della mia organizzazione e anche su alcuni aspetti della mia vita privata. Del resto, ho lavorato in banca per una vita e oggi sono il presidente di una ONG, quindi sono un criminale a tutti gli effetti. Pericoloso. Cos’altro vi aspettavate?
La ONG si chiama Movimento Lotta alla Fame nel Mondo, ha sede a Lodi e non c’entra niente con l’inchiesta “Fake Onlus”.
Abbiamo deciso di scrivere questa newsletter ironica, accompagnata da una foto provocatoria, perché fare i dovuti distinguo e prendere posizione contro chi generalizza casi specifici forse non basta più.
Oggi è il momento di dire ad alta voce che non accettiamo strumentali generalizzazioni, utili a qualcuno per i propri fini personali! E per farlo in maniera efficace probabilmente serve qualcosa in più, una comunicazione diversa, forse anche un po’ sopra le righe.
Il mondo del non profit non è un sodalizio criminale che specula sul business dell’immigrazione, semmai sono le mafie che lo fanno. Il mondo del non profit non è una banda di truffatori che fruga maliziosamente nelle tasche dei donatori, non è un miscuglio indistinto di loschi figuri che approfitta delle tragedie per fare profitto.
Solo qualche giorno fa abbiamo ricevuto una notizia importantissima: il distretto di Gatsibo, in Ruanda, ha deciso di affidare al Movimento Lotta alla Fame nel Mondo la costruzione di 3 acquedotti e la riabilitazione di altri due: nei prossimi tre anni più di 50.000 persone avranno finalmente acqua pulita vicino casa!
Questo per noi è il progetto idrico più grande che abbiamo mai affrontato ma, soprattutto, è una conferma ulteriore della bontà del nostro lavoro.
C’è qualcuno che continua a riempirsi la bocca di “aiutiamoli a casa loro” e poi taglia i fondi per la vera cooperazione allo sviluppo per dirottarli su azioni di controllo che nulla hanno a che fare con lo sviluppo; c’è qualcuno che taglia i fondi per l’accoglienza e l’integrazione delle persone migranti aprendo colpevolmente le porte al crimine organizzato; c’è qualcuno che specula sulla paura delle persone e alimenta il clima di ostilità verso le ONG e le Onlus in generale; c’è qualcuno che si accanisce contro una donna di nome Carola, il Capitano di una nave, perché ci mette di fronte alle nostre gravissime responsabilità portando in salvo 42 persone migranti.
Noi non ci stiamo!
Se c’è un reato che abbiamo commesso in 55 anni di attività, è il reato di solidarietà. Ma, per fortuna, ancora non vi è traccia di questa fattispecie nel nostro codice penale!